André Wagner è un fotografo e artista fotografico. Da molti anni arricchisce il mondo, grazie alle sue fotografie che creano una sinergia di tempo, spazio, eternità ed energia. Questa sua passione è stata la motivazione per diverse spedizioni fotografiche in tutto il mondo. E poi è arrivato il covid, che ha fermato tutto e tutti. Così André ha deciso di sfruttare il lockdown per un nuovo viaggio fotografico in Germania, insieme alla sua famiglia. Senza il turismo di massa, senza trovarsi in luoghi affollati. In questo racconto condivide il suo viaggio, le sue paure, la stanchezza della situazione e ci spiega come le cose negative si trasformano in qualcosa di positivo.

 

INFORMAZIONI PRINCIPALI

Numero dei viaggiatori:
2 adulti + 2 bambini

Tipo de veicolo: 
Carado T447

Periodo:
10.5-8.6.2021

Chilometri percorsi:
4.000 km

Punto di partenza: 
Leutkirch im Allgäu

Tappe intermedie:
Algovia – Lago di Costanza – Foresta nera - Felsental Wental - An der Rhön – Le Alpi Sveve - Potsdam - Mövenort - Kap Arkona – Le scogliere bianche - Dranske- Regensburg

Destinazione:
Rügen

 

Fuggire dal lockdown – la mia strategia:

Per quanto tempo siamo ancora costretti a sospendere la nostra vita? Quanto odiamo questa pausa forzata! Da ormai più di un anno non posso più viaggiare per fare delle foto. La nostalgia aumenta ogni giorno, ma mi è venuta un’idea: perché dover anadre in India, se le bellezze si possono trovare anche davanti casa? Senza dubbio anche la Germania offre una grande varietà di luoghi in cui l’insieme mistico del tempo e degli elementi può essere espresso con delle fotografie. Il lato negativo: In Germania siamo tutti in lockdown, tutto è chiuso. Il lato positivo: In Germania siamo tutti in lockdown, tutto è chiuso. Non ci potrebbe essere un momento migliore per visitare posti meravigliosi, sentire la loro energia ed elaborarla in delle fotografie? Nessuno che disturba, senza la folla dei turisti. Dopo qualche battaglia burocratica ricevo il permesso di lavorare e inizio a prepararmi a questo sperimento coraggioso, insieme alla mia famiglia.


Pro e contro:

Per un mese intero viaggiamo in un camper, ci poniamo una domanda molto importante: come fa una famiglia di 4 persone, abituata al comfort e allo spazio di una grande casa, a vivere in un camper, lungo 7,40 metri, durante un viaggio di lavoro per un mese? Cosa ne penseranno i nostri figli? Stavolta partiamo tutti insieme, sia per mio figlio di 5 anni che per la figlia 2 anni più piccola di lui è la prima volta che potranno accompagnare il padre durante un viaggio di lavoro. Mia moglie invece ha già fatto esperienza con questa vita da nomadi, ormai molti anni fa abbiamo attraversato la Nuova Zelanda in un pulmino Toyota, vecchio 20 anni, percorrendo 17.000km. Successivamente abbiamo fatto un viaggio in Islanda, spostandoci con un veicolo 4x4. Io personalmente ho iniziato presto ad apprezzare la libertà che porta un posto letto mobile. Già il vantaggio di poter dormire direttamente dove mi trovo, senza dover tornare all’hotel, è enorme. Ci sono però diverse altre sfide da affrontare. Da dove prendo la corrente elettrica, dove posso farmi la doccia? In alcune località, già andare al bagno può diventare un’avventura. Mi ricordo ancora benissimo il viaggio in Giappone con il mio assistente. Avevamo un piccolo van con divano letto e volevamo farci la doccia. Abbiamo perso moltissimo tempo a cercare dei bagni pubblici con doccia, a fare la fila, cambiarci ecc. Con i bambini, stavolta, dobbiamo assolutamente avere delle soluzioni più pratiche, sarà la loro prima volta in viaggio e dobbiamo subito adattarci.


In partenza!:

Ritiriamo la nostra nuova casa per il prossimo mese. Il tempo non è il massimo, ma la nostra casa high-tech su 4 ruote ha molto da offrirci. Viaggiamo in un Carado T447 con riscaldamento, corrente elettrica autonoma, doccia, bagno, due letti e moltissimo spazio di stivaggio. La parte posteriore dà posto alla mia attrezzatura fotografica, senza problemi di spazio e senza dover inzeppare il nostro veicolo. Così aggiungiamo anche due biciclette classiche e la mia bicicletta pieghevole elettrica. Il grande letto nella parte posteriore offre spazio per dormire a tutta la famiglia, ma mio figlio è talmente entusiasta del meccanismo del letto basculante che lo utilizziamo come il nostro “angolo riservato agli uomini“. Si diverte moltissimo a fissare la rete di sicurezza tutte le sere con le sue manine piccole e di scendere la mattina scivolando, per sedersi direttamente sul sedile passeggero. Per i bambini, da quando abbiamo fatto il trasloco temporaneo, è tutto una grande avventura. Inizialmente mi preoccupavo un po’, come sarei mai riuscito a conciliare il lavoro e la famiglia su talmente poco spazio? In silenzio speravo nelle magie di mia moglie, che è sempre paziente e riequilibrante.


Prima tappa:

La prima meta del nostro tour per la Germania è la Foresta Nera. Per più di un anno ho raccolto idee piuttosto concrete nella mia testa, tutte da realizzare. È un dovere! Al termine TEMPO si è aggiunto un altro aspetto, nella mia mente vedevo già il lavoro pronto, appeso sul muro come un quadro di dimensione grande. In confronto ai miei viaggi precedenti per fotografare, stavolta, con il nostro Carado, ho notato un modo veramente tranquillo di viaggiare. Già le misure del veicolo - più grandi del solito – inizialmente mi hanno frenato un po‘. Però in generale non avevo moltissima voglia di percorrere tanti chilometri, tutti i giorni. E infatti, non è nemmeno necessario. Quando viaggio in macchina per fare le foto, faccio tutto di fretta. Di solito finisco di lavorare prima di quanto dovrei, proprio perché la strada per tornare a casa è lunga. In questo senso è fantastico essere direttamente sul posto con la propria casa, in modo da poter finire il lavoro con calma, senza dover pensare alla strada del ritorno. È sera, ci stiamo dirigendo verso la città per il pernottamento, scendendo da qualche parte una collina piuttosto ripida nella Foresta Nera. Da lontano riesco a notare una cascata nel crepuscolo. Avvicinandoci individuo addirittura un parcheggio davanti alla cascata. Parcheggio il camper, prendo la mia macchina fotografica, il cavalletto e buste di plastica, mi metto l’impermeabile e cerco l’angolo perfetto per le foto. Fino a tardissimo uso il panorama della cascata per sperimentare. Nonostante la pioggia riprendo una panoramica impressionante in formato enorme, è una foto veramente impegnativa da realizzare. Successivamente la potrò stampare sicuramente ad una lunghezza di 12 metri. Già diverse volte ho scattato foto notturne ad esposizione lunga, ma sentivo sempre la pressione di tornare a casa, prima o poi. Con il camper vicino è diverso. Mi sento del tutto concentrato e tranquillo. So che la mia famiglia sta cucinando, che i bambini si divertono, che fanno qualche gioco e che va tutto bene. Così sono sereno e lavoro fino a tardissimo. Gli oscuranti plissettati sul parabrezza non fanno uscire nemmeno un minimo di luce. Perciò, al mio rientro, non so nemmeno se la mia famiglia sta già dormendo. Ma quando apro la porta, mi tolgo i vestiti bagnati, mi accoglie un felicissimo “ciao“, come se fossi stato via per giorni. I piccoli, ovviamente, ancora non volevano andare a letto. Le emozioni, la serenità, la vicinanza e la possibilità di lavorare quasi con la famiglia sono davvero interessanti. È una specie di smart working.


Di notte, quando tutti dormono:

Adesso è veramente tardi, tutti dormono. Il figlio dorme sul letto basculante abbassato, protetto dalla rete che ha attaccato lui stesso con molta cura. Io ancora non riesco a dormire. La tensione e la concentrazione erano troppo forti. In più voglio subito salvare i dati della macchina fotografica sul computer. Il letto sembra sospeso sopra il tavolo, ma ho comunque lo spazio che mi serve per muovermi e per appoggiare il mio computer, visto che i sedili della cabina guida del nostro Carado si girano del tutto. Un dettaglio veramente utile! Grazie ai pannelli solari non ci dobbiamo preoccupare della corrente. Metto in carica le batterie della macchina fotografica e delle luci da fotografo, prima di concludere il mio lavoro in totale silenzio, in un’ambiente che trasmette la vera pace.


Il giorno dopo:

Ogni tanto devo tornare una seconda volta al luogo della sera prima. Spesso perché il mio subconscio è in cerca di errori, oppure di migliorare ancora la foto. Così anche stavolta faccio fronte alla pioggia ed esco, dopo aver fatto colazione naturalmente. Sarà necessario rimanere un altro giorno? Mancano cinquanta metri per raggiungere questa magnifica cascata. Nonostante la pioggia abbastanza forte sento all’improvviso il rumore di passi: stivali che toccano il terreno bagnato. I miei figli volevano seguirmi per vedere dove faccio le foto. Ci raggiunge anche mia moglie, protetta da un ombrello gigante. Pensando al mio lavoro della sera prima non trovo nessun errore, così torniamo “a casa“. Un tè caldo, riscaldamento acceso, e siamo pronti per la ripartenza. Sono davvero impressionato di quanto poco è complicato vivere con talmente poco spazio, pensieri vari mi girano in testa: costrizioni sociali, i nostri valori, abitudini fisse e bisogni apparenti. I bambini si sono adattati alla perfezione fin dal primo giorno, hanno trovato la loro serenità e hanno subito accettato il Carado come la nostra nuova casa. Nessuna lamentela, nessuna nostalgia di tornare nella casa grande. Al contrario, erano felicissimi di far parte di quest’avventura. In più, sanno solo che loro padre lavora nello studio, davanti al computer, adesso possono finalmente vedere in prima persona come nascono le foto. In viaggio gli dico addirittura di tenere gli occhi aperti e di propormi idee per foto interessanti.


La differenza:

Quello che stiamo facendo, in realtà, non è camping. Siamo sempre in viaggio, il camper non è mai fermo in campeggio, come una vera casa. Il camper è diventato quasi uno strumento di lavoro, che mi permette di non dover rinunciare proprio a niente. Ho corrente elettrica, non devo andare da nessuna parte per ricaricare le batterie – un aspetto veramente confortevole, confrontando la situazione con i miei viaggi precedenti. In più ho anche il cibo direttamente a portata di mano. Mi piace molto cucinare e finora, abbiamo sempre cucinato davvero bene. Secondo me la differenza principale rispetto ad altre modalità di viaggio e in confronto alla vita “standard“ a casa è il sentimento della libertà e dell’indipendenza. Mi permette spontaneità massima. Ho spazio in abbondanza e in realtà libertà infinita per lavorare. Nonostante il brutto tempo, il camper ci offre un luogo eccellente dove ritirarci, con riscaldamento potente e velocissimo e con bagno. Però… siamo nel periodo del lockdown. Tutto è chiuso, anche i campeggi. Questo fatto richiede un’organizzazione buona e capacità logistica, visto che abbiamo bisogno di 140 litri di acqua chiara ogni due giorni. In più dobbiamo svuotare i serbatoi delle acque grigie, anche della toilette. Durante il lockdown non è semplicissimo, ma grazie all’internet e ad app specializzati troviamo sempre qualche posto di scarico aperto. Per fortuna viaggio per mestiere…


L’effetto delle immagini:

Le mie foto rappresentano di solito il rapporto tra tempo, spazio, eternità ed energia. La maggior parte ha un forte impatto spirituale e sprigiona un effetto energico. Guardando le mie foto trovo diverse espressioni di me stesso. Perciò, il viaggio tranquillo dalla Foresta Nera all’Algovia è stato positivo anche per le mie foto. Purtroppo non abbiamo la possibilità di fare delle attività nel tempo libero, come percorsi costruiti sugli alberi, castelli, parchi gioco e altro. Tutto è chiuso. I sogni dei bambini che vedono, di passaggio, i cartelloni pubblicitari per gite e posti da visitare insieme ad altri bambini, li lascia insoddisfatti. C’è però anche un lato positivo. E per me è estremamente favorevole, visto che ho finalmente davvero tanto tempo per dedicarmi alle mie idee e alle rappresentazioni che desidero realizzare. Spesso sono fuori per ore, da solo, per esempio quando decido di scalare delle montagne ripide oppure quando non voglio far stare la mia famiglia sotto la pioggia. Oltre le tante camminate nei boschi apprezzo moltissimo la mia bicicletta pieghevole ed elettrica. Mi permette di essere flessibile, di cambiare prospettiva senza perdere tempo, e di tornare prima dalla mia famiglia che non aveva nemmeno il tempo di notare la mia assenza. Durante questi periodi piuttosto brevi riesco comunque ad essere molto produttivo. Le fotografie pronte rispecchieranno questo modo di vivere senza tempo in maniera perfetta.


L’apocalisse, ma si va avanti:

Dopo molta pioggia, curve, su e giù a metà maggio salutiamo questo spettacolare paesaggio di montagna e i panorami stupendi, con molta malinconia. La pioggia ininterrotta ci costringe a fermarci a casa, a dispiacere dei ragazzi. Dopo un cambio totale dei vestiti a bordo partiamo per l’isola Rügen, addirittura sotto la grandine. Il meteo prevede bel tempo, ma Rügen, al momento, è chiuso per tutti i non-residenti. Dopo una verifica accurata del mio permesso per lavoro ci fanno entrare. A chilometri di distanza sentiamo ancora gli sguardi invidiosi degli ufficiali di controllo. Ci sentiamo un po‘ come dei viaggiatori illegali, un fatto che aumenta la percezione della libertà e dell’avventura. Mia moglie mi guarda e sorride, ci sentiamo come Bonnie e Clyde.


Incredibilmente bello:

La scelta di andare a Rügen è stata giusta, senza alcun dubbio. Sembra tutto abbandonato. Spiagge, strade, campeggi: non c’è nessuno. Mi piacciano le foto senza persone. Per questo motivo l’ambiente spopolato rispecchia proprio le mie migliori aspettative. Fa molto più caldo, ci troviamo sull’isola più grande della Germania e i bambini possono finalmente uscire senza stivali. Lo scopo di questo viaggio è stato, fin dall’inizio, la rappresentazione di luoghi e scenari speciali della Germania. Purtroppo, ci rimane solo una settimana, questo mese è passato troppo velocemente! Anche qui a Rügen riesco a percepire lo spirito di posti solitamente affollati, la quiete mi fa capire perché si tratta di un luogo speciale. Nessuno che disturba. Niente che interrompe i miei pensieri o le mie foto. Ci si sente come in un’altra dimensione. Come se io guardassi questo momento sulla terra, da molto lontano. Di solito non riesco a trovare questa distanza e questa libertà, soprattutto in luoghi turistici. Si creano delle immagini uniche e sono felice. Anche mia moglie è felice. Solo noi quattro siamo al centro della nostra attenzione, in un mondo che sembra surreale, in un momento che sembra eterno.


Di nuovo a casa:

Un mese, all’inizio, ci sembrava tanto, ma è già passato. È finito troppo in fretta. Ci sembra di essere partiti soltanto qualche giorno fa. Tutte le nostre preoccupazioni sui sentimenti dei nostri figli sono svanite già il primo giorno. Ho avuto la possibilità di scattare delle foto fantastiche, in posti stupendi. Abbiamo soddisfatto il nostro desiderio di viaggiare. Eravamo ansiosi per come sarebbe stato vivere su pochi metri quadri, tutti insieme, ma queste paure erano totalmente ingiustificate. Abbiamo trascorso un periodo bellissimo, dei momenti eccezionali con molte esperienze in piena armonia. Da molti punti di vista la vita era diversa e notevolmente più rilassante, rispetto alla nostra solita vita a casa. Uno spazio così ristretto crea nuove strutture, una divisione dei lavori, un insieme. È come nella vita reale: solo uno può fare le manovre, ma insieme si decide se svoltare a destra o a sinistra. Il nostro Carado ha regalato a noi, ma soprattutto ai nostri figli, la protezione di una casa, con la possibilità di unire alla perfezione e in modo semplice il lavoro con la famiglia. Mia moglie è riuscita benissimo a mantenere l’equilibrio. Tutto, ma veramente tutto, è andato sorprendentemente bene. Siamo fermi al semaforo rosso, ci guardiamo a lungo e non riusciamo a liberarci dai pensieri: Siamo sicuri di voler tornare a casa? Come sarebbe una vita da famiglia di fotografi nel camper? A cosa serve la casa grande, in una città stretta? Ma come si fa con l’obbligo scolastico, l’assicurazione sanitaria e “la vita normale“? Anche i ragazzi sanno che siamo quasi arrivati a casa, seduti sul sedile appoggiano la testa sulle cinture di sicurezza, la loro tristezza è evidente. Nessuno parla. Siamo sconvolti dalla malinconia, dobbiamo ancora risistemare i nostri pensieri. Così, prima di girare per raggiungere il cortile di casa, prendiamo ancora un morso del nostro panino farcito – fatto in casa.


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